... Scontri tifosi - polizia! Muore un ragazzo...
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E' assurdo..... accendi la tv e cosa senti? Un tifoso muore perchè la Polizia usa l'arma da fuoco per far finire una rissa. Ma io mi dico... si può davvero continuare cosi? ma che cavolo di mondo è questo? Non è più sport... è solo tanta cattiveria e rabbia che sempre più spesso portano via ragazzi innocenti.
Il giovane che è morto oggi aveva solo 26 anni e per una banale rissa ha lasciato questo mondo.. il poliziotto non aveva altri modi per intervenire? perchè sparare? Non ho risposte, ma tutto questo mi sembra davvero assurdo! Non si può più andare a vedere una partita di calcio... non è più un divertimento... non c'è rispetto per niente! Ormai succedono cose che fino a poco tempo fa sembravano impensabili e invece adesso, putroppo, non ti stupisci più di nulla! Non ho parole davvero... non c'è più giustizia a niente! E quello che fa più rabbia è che nonostante tutte le morti che ci sono state negli ultimi anni (per delle partite di calcio) ancora non si è trovata una soluzione. Mah.......
Il giovane che è morto oggi aveva solo 26 anni e per una banale rissa ha lasciato questo mondo.. il poliziotto non aveva altri modi per intervenire? perchè sparare? Non ho risposte, ma tutto questo mi sembra davvero assurdo! Non si può più andare a vedere una partita di calcio... non è più un divertimento... non c'è rispetto per niente! Ormai succedono cose che fino a poco tempo fa sembravano impensabili e invece adesso, putroppo, non ti stupisci più di nulla! Non ho parole davvero... non c'è più giustizia a niente! E quello che fa più rabbia è che nonostante tutte le morti che ci sono state negli ultimi anni (per delle partite di calcio) ancora non si è trovata una soluzione. Mah.......
Vicky-
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Re: ... Scontri tifosi - polizia! Muore un ragazzo...
Vicky ha scritto:E' assurdo..... accendi la tv e cosa senti? Un tifoso muore perchè la Polizia usa l'arma da fuoco per far finire una rissa. Ma io mi dico... si può davvero continuare cosi? ma che cavolo di mondo è questo? Non è più sport... è solo tanta cattiveria e rabbia che sempre più spesso portano via ragazzi innocenti.
Il giovane che è morto oggi aveva solo 26 anni e per una banale rissa ha lasciato questo mondo.. il poliziotto non aveva altri modi per intervenire? perchè sparare? Non ho risposte, ma tutto questo mi sembra davvero assurdo! Non si può più andare a vedere una partita di calcio... non è più un divertimento... non c'è rispetto per niente! Ormai succedono cose che fino a poco tempo fa sembravano impensabili e invece adesso, putroppo, non ti stupisci più di nulla! Non ho parole davvero... non c'è più giustizia a niente! E quello che fa più rabbia è che nonostante tutte le morti che ci sono state negli ultimi anni (per delle partite di calcio) ancora non si è trovata una soluzione. Mah.......
Ciao Vicky,
quello che è successo ieri è davvero molto triste. Il poliziotto ha sbagliato, non avrebbe dovuto correre con la pistola in mano. A quanto pare il colpo che ha ucciso Gabriele Sandri è partito accidentalmente ("Non ho mirato a niente, non ho puntato nessuno: ero almeno a duecento metri, come avrei potuto? - ha dichiarato disperato l'agente - Il primo colpo l'ho sparato in aria e il secondo m'è partito mentre correvo, accidenti a me. Adesso lo so, sono rovinato"). Secondo me l'errore sta nel dire che hanno ucciso un tifoso laziale. E' morto un ragazzo che faceva il deejay, era un commerciante, un figlio, un fidanzato, un tifoso laziale.
E' morto Gabriele Sandri, che era tutte queste cose, in circostanze del cavolo, per una serie di sfortunate ed evitabilissime coincidenze. Evitabili perchè la rissa si poteva evitare, così come il poliziotto avrebbe dovuto evitare correre con una pistola in mano.
E' un tristissimo fatto di cronca, non di sport.
jena4-
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Re: ... Scontri tifosi - polizia! Muore un ragazzo...
quello che penso io lo esprime molto bene un giornalista, si chiama Mario Sconcerti e scrive per il corriere della sera:
Il campionato è un pretesto
Gli scontri di Bergamo, Milano e Roma volevano dimostrare che gli ultras hanno ancora in mano lo spettacolo
La morte di Gabriele Sandri, drammatica, terribile e casuale, portata a viva forza nel calcio ha ottenuto di riaccendere la guerra tra gli ultrà e le forze dell'ordine. Le violenze delle curve di Bergamo, la volontà di fermare il campionato da parte di molti altri ultrà in tutta Italia, non sono stati segni di rispetto nei confronti del ragazzo morto nel piazzale dell'autogrill.
Erano segnali di guerra e volevano sottolineare due cose. Primo, che era stato un proiettile della polizia, cioè del nemico, a uccidere il tifoso laziale; era il momento di usare l'emozione della morte «di uno di loro » per propagandare la violenza e i torti dell'avversario. Secondo, dopo molte sconfitte, dopo molti passi indietro subiti negli ultimi mesi, c'era bisogno di dare un esempio forte, di ricordare ai piccoli eserciti teppisti sparsi sul territorio che i veri guerrieri sono loro e hanno ancora in mano lo spettacolo, possono ancora decidere. Si fa quel che vogliono loro. È paradossale spaccare uno stadio non per protesta, non per vendetta, ma per rinunciare, per non giocare. Paradossale, ma non assurdo. È stata la prima, spettacolare reazione al grande silenzio a cui le curve erano state costrette negli ultimi mesi dall'offensiva dei decreti. Ingabbiati dai tornelli e dai biglietti nominativi, disconosciuti dalla tifoseria ufficiale, ormai censiti dalla polizia a decine e decine di migliaia, gli ultrà hanno tentato ieri di uscire dall'assedio con una mossa così evidente da sembrare disperata.
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Gli assalti alla polizia sono stati una specie di drammatico momento di marketing, hanno tentato gli ultrà di rovesciare le convinzioni di un mondo che li sta isolando, di dire che le vittime sono loro. Sono stati gli incidenti il segnale di un primo momento di reale imbarazzo dell'esercito teppista. E questo imbarazzo è dimostrato dalla collaborazione che molte altre curve hanno dato alle forze dell'ordine, molti capi ultrà sono stati i primi a controllare le proprie frange estreme. La guerra è comunque contro chiunque rappresenti l'ordine. Non è casuale che a Roma siano stati attaccati anche molti vigili urbani, vittime nuove della violenza ultrà. Nel disordine di un'organizzazione ferita si cerca la vittima facile, il vigile solitario di una normale domenica di novembre. Resta il fatto che la guerra continua. È solo diventato più chiaro che il calcio è un pretesto, ma siamo lontani dalla fine. La battaglia di Roma ne è la conferma. Era attesa, era inevitabile, la curva laziale ha i suoi capi in carcere e vendette lontane da consumare, ma la vastità della mischia ha preso con le ore i contorni di una vera resa dei conti. Sarebbe però una domenica paradossale se nelle prossime 24 ore molti dei teppisti di Roma e Bergamo non fossero presi e portati per direttissima a sentenza così come prescrive la legge. Hanno commesso reati in diretta tv, hanno assaltato la polizia, hanno interrotto uno spettacolo pubblico e sono stati fatti tornare a casa senza altri imbarazzi. Ora ci aspettiamo che lo Stato risponda, senza vendette, con semplice fermezza. Altrimenti avrebbero davvero vinto loro.
Mario Sconcerti
12 novembre 2007
Il campionato è un pretesto
Gli scontri di Bergamo, Milano e Roma volevano dimostrare che gli ultras hanno ancora in mano lo spettacolo
La morte di Gabriele Sandri, drammatica, terribile e casuale, portata a viva forza nel calcio ha ottenuto di riaccendere la guerra tra gli ultrà e le forze dell'ordine. Le violenze delle curve di Bergamo, la volontà di fermare il campionato da parte di molti altri ultrà in tutta Italia, non sono stati segni di rispetto nei confronti del ragazzo morto nel piazzale dell'autogrill.
Erano segnali di guerra e volevano sottolineare due cose. Primo, che era stato un proiettile della polizia, cioè del nemico, a uccidere il tifoso laziale; era il momento di usare l'emozione della morte «di uno di loro » per propagandare la violenza e i torti dell'avversario. Secondo, dopo molte sconfitte, dopo molti passi indietro subiti negli ultimi mesi, c'era bisogno di dare un esempio forte, di ricordare ai piccoli eserciti teppisti sparsi sul territorio che i veri guerrieri sono loro e hanno ancora in mano lo spettacolo, possono ancora decidere. Si fa quel che vogliono loro. È paradossale spaccare uno stadio non per protesta, non per vendetta, ma per rinunciare, per non giocare. Paradossale, ma non assurdo. È stata la prima, spettacolare reazione al grande silenzio a cui le curve erano state costrette negli ultimi mesi dall'offensiva dei decreti. Ingabbiati dai tornelli e dai biglietti nominativi, disconosciuti dalla tifoseria ufficiale, ormai censiti dalla polizia a decine e decine di migliaia, gli ultrà hanno tentato ieri di uscire dall'assedio con una mossa così evidente da sembrare disperata.
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Gli assalti alla polizia sono stati una specie di drammatico momento di marketing, hanno tentato gli ultrà di rovesciare le convinzioni di un mondo che li sta isolando, di dire che le vittime sono loro. Sono stati gli incidenti il segnale di un primo momento di reale imbarazzo dell'esercito teppista. E questo imbarazzo è dimostrato dalla collaborazione che molte altre curve hanno dato alle forze dell'ordine, molti capi ultrà sono stati i primi a controllare le proprie frange estreme. La guerra è comunque contro chiunque rappresenti l'ordine. Non è casuale che a Roma siano stati attaccati anche molti vigili urbani, vittime nuove della violenza ultrà. Nel disordine di un'organizzazione ferita si cerca la vittima facile, il vigile solitario di una normale domenica di novembre. Resta il fatto che la guerra continua. È solo diventato più chiaro che il calcio è un pretesto, ma siamo lontani dalla fine. La battaglia di Roma ne è la conferma. Era attesa, era inevitabile, la curva laziale ha i suoi capi in carcere e vendette lontane da consumare, ma la vastità della mischia ha preso con le ore i contorni di una vera resa dei conti. Sarebbe però una domenica paradossale se nelle prossime 24 ore molti dei teppisti di Roma e Bergamo non fossero presi e portati per direttissima a sentenza così come prescrive la legge. Hanno commesso reati in diretta tv, hanno assaltato la polizia, hanno interrotto uno spettacolo pubblico e sono stati fatti tornare a casa senza altri imbarazzi. Ora ci aspettiamo che lo Stato risponda, senza vendette, con semplice fermezza. Altrimenti avrebbero davvero vinto loro.
Mario Sconcerti
12 novembre 2007
fox40-
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Re: ... Scontri tifosi - polizia! Muore un ragazzo...
Si è vero Jena... è un fatto di cronaca invece se ne parla perchè ha a che fare con il calcio! Tutto questo che continua a succedere è frutto di una guerra che si è creata con i poliziotti. Sono persone umane e possono sbagliare. Questo è un fatto tragico però perchè è morto un ragazzo e sono sicura che il poliziotto non si darà pace per quello che ha fatto... Ha sbagliato, è vero.. e si poteva benissimo evitare..
tutto il mondo sta cambiando, non ci sono più valori.. si vive di rabbia..... che schifo!
tutto il mondo sta cambiando, non ci sono più valori.. si vive di rabbia..... che schifo!
Vicky-
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Re: ... Scontri tifosi - polizia! Muore un ragazzo...
Ero a Roma in questo disgraziato fine settimana, meno male che la situazione era per lo più tranquilla.
Mentre una parte dei tifosi si preoccupava solo di spaccare tutto, un'altra buona fetta si preoccupava solo per il fatto che anche la partita della Roma era a rischio...
Ma chi l'ha "costruito" il calcio?!?!
Mentre una parte dei tifosi si preoccupava solo di spaccare tutto, un'altra buona fetta si preoccupava solo per il fatto che anche la partita della Roma era a rischio...
Ma chi l'ha "costruito" il calcio?!?!
spapone- Numero di messaggi : 20
Data d'iscrizione : 22.09.07
Re: ... Scontri tifosi - polizia! Muore un ragazzo...
più che altro.....chi ha costruito i tifosi!!!!
Re: ... Scontri tifosi - polizia! Muore un ragazzo...
SOLDIII ! TROPPI SOLDI GIRANO...
Vicky-
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Localizzazione : Sassari
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